Anche se forse è un problema per te imbarazzante, e non ne parli così volentieri, per caso soffri di un’incurvamento anomalo del pene?
L’asta del tuo membro non è dritta ma ‘storta’, e curva innaturalmente verso il lato, verso l’addome oppure verso le pelvi?
E la cosa che ti preoccupa di più è che questo incurvamento innaturale non è congenito, ma si è magari sviluppato nel tempo, anche se tu non ricordi esattamente quando o come?
C’è una patologia ormai nota alla Medicina da secoli che, in determinati casi, provoca una ‘curvatura’ innaturale dell’asta del pene, deformandone dunque la linea sostanzialmente retta, e causando non solo complessi psicologici, ma anche, a volte, vere e proprie difficoltà nell’atto sessuale.
Leggi questa pagina per scoprire che cos’è la malattia di La Peyronie: non sono un difetto estetico, ma spesso un vero e proprio problema funzionale, che può seriamente compromettere la qualità della vita sessuale del soggetto che ne è affetto.
Che cos’è il pene, e come funziona il suo meccanismo d’erezione?
Il pene in sezione, con l'uretra ed i due corpi cavernosi
Il pene è l’organo riproduttivo degli animali sessuati, dei mammiferi e, di conseguenza, anche dell’essere umano.
Si tratta di un organo che, nei mammiferi, ha una doppia funzione, sessuale e urologica, essendo utilizzato anche per espellere l’urina, cioè gli scarti del metabolismo filtrati in precedenza dall’attività renale.
la malattia di la peyronie curva innaturalmente l'asta del pene
Il pene è un organo impari, che negli esseri umani, al contrario di quasi tutti gli altri mammiferi, non è dotato di osso penieno (il baculum) che ne garantisce l’erezione, bensì il suo funzionamento per la fase riproduttiva è affidato ad un complesso sistema idraulico.
Il pene è composto essenzialmente da una punta a forma di ghianda, il glande, dall’uretra, cioè il canale collegato direttamente alla vescica e alla prostata, e da due tessuti cilindrici di consistenza spugnosa, chiamati corpi cavernosi.
Questi cilindri, sotto l’idoneo impulso sessuale, vengono riempiti di sangue arterioso proveniente le arterie peniene, e da flaccidi e morbidi diventano così rigidi e diritti, permettendo in questo modo l’erezione.
Proprio il parallelismo e la simmetria dei due corpi cavernosi consente al pene di indurirsi rimanendo fondamentalmente dritto, spesso lievemente arcuato verso il dorso, facilitando in questo modo la naturale penetrazione nel canale vaginale femminile.
Qualsiasi danneggiamento o malformazione al parallelismo e alla simmetria dei corpi cavernosi può risultare in un problema di erezione del pene, e non garantire più il suo naturale irrigidimento rettilineo.
Che cos’è il pene storto (o pene curvo)?
Il ‘pene storto’ o ‘pene curvo’, come viene abitualmente chiamato in gergo popolare, è una condizione clinica in cui l’asta del pene non risulta pienamente dritta, ma curva, con angolazione più o meno pronunciata, verso il laterale, verso il dorsale o verso la parte ventrale del corpo.
Si tratta di una condizione atipica, che può essere presente sin dalla nascita (una malformazione congenita) oppure acquisita col tempo, per via di una particolare patologia nota come malattia di La Peyronie.
Il pene curvo non è sempre una condizione che pregiudica la normale attività sessuale: curvature moderate, indicativamente sotto i 45° di angolo di curvatura, possono ancora essere compatibili con la penetrazione, e dunque non richiedere un approccio correttivo chirurgico.
Curvature con ampio angolo, invece, possono seriamente mettere a rischio l’attività penetrativa, e dunque impedire al soggetto una normale vita sessuale.
Cos’è la malattia di La Peyronie?
La malattia di La Peyronie, così nominata per via del Chirurgo francese François de La Peyronie che la descrisse nel dettaglio nel XVIII secolo, è una condizione patologica dell’asta del pene, che comporta una sua innaturale curvatura.
Si stima che questa particolare malattia colpisca il 5% circa degli uomini, e la sua origine è ancora, per certi aspetti, non perfettamente nota alla scienza.
La malattia di La Peyronie deforma la normale fisionomia del pene, per mezzo della formazione di dure placche fibrotiche nei tessuti dei corpi cavernosi.
Queste placche fibrotiche, vere e proprie cicatrici interne formate da duro collagene aggregato, come tutte le cicatrici sono ritraenti, e dunque deformano la naturale linea retta dei corpi cavernosi, distorcendoli e facendo dunque ‘curvare’ l’asta del pene.
La malattia di La Peyronie, sebbene ne condivida in sostanza lo stesso sintomo clinico, cioè il pene curvo, non deve essere confusa con l’incurvamento congenito del pene, che è invece basato non su una causa cicatriziale, ma su un difetto alla nascita, di natura quindi malformativa.
Non tutti gli incurvamenti del pene richiedono una terapia chirurgica, poiché non tutti sono incompatibili con la penetrazione e, non va comunque dimenticato, non tutte le condizioni sono considerate psicologicamente provanti per il paziente.
La sessualità umana è un concetto piuttosto complesso, che è impossibile generalizzare e far rientrare nella grande statistica, abbastanza asettica di per sé e che non tiene conto delle infinite sfaccettature della psicologia di un animale emozionalmente complesso come l'Homo Sapiens.
Ecco perché la diagnosi della malattia di La Peyronie e la visita medica andrologica necessaria per stabilirne l'entità e l'eventuale terapia chirurgica deve obbligatoriamente includere un consulto sessuologico, indispensabile al Medico per capire, con verità e sincerità , l'eventuale, sentito disagio del paziente rispetto alla sua condizione clinica.
Quali sono le cause dell’incurvamento del pene dovuto alla malattia di La Peyronie?
Le cause esatte della formazione di tessuto cicatriziale all’interno dei corpi cavernosi non sono ancora ben note alla scienza, ma si sospetta che esse siano una conseguenza di uno o più eventi traumatici.
Tali eventi non debbono necessariamente essere di considerevole entità , ma possono anche essere micro-traumi ripetuti nel tempo che, alla lunga, infiammano e lesionano i tessuti dei corpi cavernosi, dando origine alla malattia di La Peyronie.
La tuttora non chiara origine di questa particolare patologia ne ha, storicamente, frenato la ricerca medica e lo sviluppo farmacologico, ed è ancora un argomento di dibattito nella Medicina andrologica.
Quali sono i sintomi della malattia di La Peyronie?
l'incurvamento del pene può essere laterale, dorsale o ventrale
La malattia di La Peyronie, condividendo in ciò anche i sintomi dell’incurvamento congenito del pene, ha una chiara manifestazione visiva, ovverosia quella della curvatura anomala dell’asta del membro.
Tale curvatura può essere dorsale, ventrale o laterale, e può essere più o meno incidente in gradi angolari.
Tuttavia, contrariamente all’incurvamento congenitamente acquisito, la malattia di La Peyronie può comportare anche qualche altro sintomo clinico particolare, come:
- Il rilievo, al tatto, di una placca ben dura di una zona dell’asta del pene;
- Il dolore in fase di erezione del pene;
- Un accorciamento della lunghezza del pene, anche in condizione di flaccidità ;
- Nei casi più gravi, una vera e propria disfunzione erettile.
Va ricordato che non tutti questi sintomi debbono essere per forza evidenti in ogni caso di malattia di La Peyronie, e che la loro gravità può variare di molto da caso clinico a caso clinico.
L'intervento di corporoplastica è un accesso chirurgico che rientra nella Chirurgia Plastica Genitale, cioè quel ramo iper-specialistico dell'Urologia oppure della Chirurgia Plastica che mira, come il nome lascia intuire, a ricostruire parti dei genitali malformate oppure danneggiate.
Si tratta di un intervento di alta Chirurgia, estremamente delicato, che presenta alcuni rischi intrinsechi di ogni atto chirurgico e, in aggiunta, alcuni altri rischi specifici che possono essere affrontati operando su una zona molto delicata come i corpi cavernosi del pene.
Anche minimi errori da parte del Chirurgo potrebbero produrre danni irreparabili compromettendo la funzionalità erettile del paziente, e dunque devono essere evitati in ogni modo possibile.
Ecco perché la corporoplastica è un intervento eseguibile solo da Chirurghi con grande esperienza pregressa, acquisita in molte ore di sala operatoria.
Come si manifesta la malattia di La Peyronie?
Il decorso della malattia di La Peyronie prevede due fasi ben distinte:
- La fase attiva, in cui vi è l’infiammazione e il danneggiamento dei tessuti dei corpi cavernosi, con dolore per il paziente e iniziale deformazione del pene;
- La fase di stabilizzazione, in cui vi è la formazione definitiva delle placche di tessuto fibrotico e una remissione del dolore
La fase attiva può essere molto lunga: mediamente dai 6 agli 8 mesi, a cui poi segue la fase di stabilizzazione, che per essere considerata conclusa deve comportare un’assenza di dolore per almeno 3-6 mesi.
La deformazione visibile dei corpi cavernosi del pene, pericolo maggiore della malattia di La Peyronie, avviene nell’85-90% dei casi clinici.
Solo una piccola parte dei pazienti, dunque, vede risolvere la sintomatologia spontaneamente e senza conseguenze apprezzabili.
Come si può diagnosticare la malattia di La Peyronie?
La diagnosi della malattia di La Peyronie è essenzialmente clinica, e richiede una visita andrologica, eseguita da un Medico Urologo perfezionato in Chirurgia Genitale.
Particolare attenzione è data dall’anamnesi, che deve essere particolarmente attenta e precisa, e valutare:
- Da quanto è presente la sintomatologia;
- L’eventuale presenza del dolore localizzato;
- L’evoluzione nel tempo dell’incurvamento del pene;
- La presenza o meno di disfunzione erettile
La visita clinica si basa sull’esame genitale, sulla misurazione del pene sia in condizioni di rigidità che di flaccidità , sulla corretta localizzazione della placca e sulla valutazione dell’angolo di incidenza della curvatura.
L’esame EcoColorDoppler penieno è solitamente effettuato a completamento della visita clinica, specie nei pazienti idonei all’intervento chirurgico di correzione.
Molto importante per concludere la visita è la valutazione psicologica del paziente, e del suo disagio eventualmente creato dalla malattia: non tutti i pazienti, difatti, provano lo stesso disagio psicologico o funzionale nel caso di incurvamento del pene, e questo deve essere opportunamente tenuto in conto dal Medico.
Come si può curare la malattia di La Peyronie?
intervento di corporoplastica
La fase acuta della malattia di La Peyronie si risolve spontaneamente in qualche settimana o, in alcuni casi, in pochi mesi.
Il dolore, tipico di questa fase, può essere tenuto sotto controllo con i comuni analgesici oppure con l’applicazione di onde d’urto a bassa intensità , che si rivelano un ottimo palliativo del dolore.
Nessuna terapia farmacologica o medica può invece impedire la formazione delle placche fibrotiche, che si consolidano durante la fase di stabilizzazione della malattia.
Queste placche, sempre ritraenti, sono però un problema funzionale solo quando causano un incurvamento di rilievo, tale da rendere problematica la penetrazione.
Ciò solitamente accade nel caso di incurvamenti dorsali superiori a 45° oppure laterale o ventrali superiori a 35°.
Piccoli incurvamenti, sotto questi limiti di gradi angolari, solitamente non comportano problemi funzionali in fase di penetrazione, e divengono dunque solo un eventuale problema psicologico.
Incurvamenti invece gravi comportano un’oggettiva impossibilità di penetrazione durante l’atto sessuale, e possono essere risolti solo con il ricorso alla Chirurgia.
Il canale vaginale è lievemente incurvato, poiché l'utero si trova in posizione leggermente sollevata rispetto alla vulva.
Per meglio adattarsi a questo, l'evoluzione ha fatto sì che il pene umano normoconformato non sia assolutamente dritto, ma lievemente curvo verso l'alto.
In questo modo, può entrare più agevolmente nel canale vaginale, permettendo dunque un accoppiamento facilitato.
Grazie a questo fatto, incurvamenti anomali dorsali, cioè verso l'alto del pene possono essere ancora compatibili con la penetrazione anche con gradazioni angolari fino a 45°, ben più dei 35° gradi massimali degli incurvamenti laterali o ventrali.
Quando è necessario il ricorso alla Chirurgia per risolvere la malattia di La Peyronie?
Il ricorso all’atto chirurgico è consigliato esclusivamente per incurvamenti con placche fibrotiche molto ritraenti, che hanno causato un angolo d’incidenza talmente elevato da rendere impossibile, oppure estremamente difficoltosa, la normale penetrazione sessuale.
In tal caso, la soluzione chirurgica è la sola attualmente considerata risolutiva ed efficace, e prende il nome di corporoplastica.
L’obiettivo della corpoplastica, che è a tutti gli effetti una procedura di Chirurgia Plastica Genitale, è quello di ripristinare una corretta rigidità , lunghezza ed angolatura dell’asta del pene, permettendo al paziente un ritorno ad una vita sessuale normale.
Questo scopo è ottenibile mediante differenti tecniche chirurgiche che, in sostanza, hanno lo scopo di accorciare il lato convesso del pene oppure, in casi selezionati, di allungare invece quello concavo.
Vi sono tre tipologie d’intervento attualmente disponibili:
Le tecniche di plicatura, ampiamente diffuse e relativamente più facili da eseguire.
Queste tecniche prevedono la riduzione del lato convesso mediante l’asportazione di tessuto dai corpi cavernosi e la relativa plicatura e sutura.
Sono tecniche molto efficaci, ma hanno l’intrinseco effetto collaterale della riduzione della lunghezza del pene, che può essere facilmente predetta misurando la lunghezza del suo lato più corto;
Le tecniche di grafting, sicuramente più complesse ed articolate, che hanno l’obiettivo dell’allungamento del lato concavo del pene.
Questo allungamento è effettuato mediante l’escissione della placca fibrotica e l’impianto di un tessuto di graft, cioè di origine animale (solitamente, proveniente dal pericardio bovino).
Questo tessuto sarà poi colonizzato dalle cellule del paziente che, in fase di rigenerazione, provvederanno dunque a ricostruire il tessuto mancante.
Si tratta di una tecnologia di alto livello, che necessita di grande esperienza e preparazione per il Chirurgo, e che abbisogna di adeguata fisioterapia, sia pre che post chirurgica, da effettuarsi mediante l’uso del vacuum device.
La tecnica di corporoplastica con impianto di protesi peniena, cioè col posizionamento di una protesi, a volume costante o variabile, interna al pene, che ne permetterà poi sia il raddrizzamento che l’erezione.
La protesi è totalmente invisibile all’esterno, è pienamente integrata nell’apparato uro-genitale del paziente e consente non solo di risolvere egregiamente l’incurvatura del pene, ma anche di provvedere alla risoluzione dell’eventuale disfunzione erettile.
Si tratta di una tecnica molto avanzata, che può essere consigliata in caso di età superiore ai 55 anni, in presenza di accertata disfunzione erettile magari dovuta a patologie croniche ed invalidanti (come il diabete mellito), oppure in caso di pazienti già provenienti da interventi di prostatectomia.
A quale Medico ci si può rivolgere in caso di sospetta malattia di La Peyronie?
il chirurgo andrologo è il medico specialista idoneo per curare la malattia di la peyronie
La malattia di La Peyronie è una tipica competenza dell’Andrologia, cioè quella parte dell’Urologia che studia e cura tutte le problematiche prettamente maschili, come lo sono appunto le placche fibrotiche che causano l’incurvamento innaturale del pene.
Lo specialista a cui rivolgersi è dunque il Chirurgo Andrologo, cioè un Medico specialista in Urologia e perfezionato poi in tutte le problematiche squisitamente maschili.
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Quindi ricorda che...
- il pene umano, al contrario di quello degli altri mammiferi, non è dotato di un osso penieno, e il suo irrigidimento è dato da un complesso sistema vascolare;
- il tessuto erettile e spugnoso che permette al sangue di irrigidire l'asta del pene è aggregato in due strutture cilindriche e parallele, di eguale lunghezza, chiamate corpi cavernosi;
- in condizioni di normalità , i corpi cavernosi, ricevendo il sangue dalle arterie peniene, aumentano di volume e rigidità , permettendo l'erezione omogenea dell'asta del pene, che apparte dunque dritta, spesso lievemente curva verso l'alto per adattarsi meglio al canale vaginale;
- si parla di incurvamento del pene quando l'asta del membro, da dritta, si storce con una curvatura laterale, dorsale o ventrale, che può essere più o meno pronunciata;
- l'incurvamento del pene può essere congenito, quindi presente già alla nascita e frutto di una mancata asimmetria dei corpi cavernosi, oppure acquisito durante la vita;
- quando l'incurvamento del pene è acquisito e non congenito, si parla più propriamente di malattia di la peyronie;
- la malattia di la peyronie curva l'asta del pene per mezzo della formazione di dure placche fibrotiche nei corpi cavernosi;
- la formazione delle placche fibrotiche della malattia di la peyronie non ha ancora una spiegazione certa alla scienza, ma si pensa sia dovuta ad uno o più eventi traumatici, anche di piccola entità ma prolungati nel tempo;
- la malattia di la peyronie ha due fasi note: una attiva, di infiammazione e dolore locale al pene, e una di stabilizzazione, dove le placche fibrotiche divengono permanenti;
- è possibile provvedere ad un trattamento sintomatico della malattia di la peyronie nella fase attiva e dolorosa, ma non è possibile evitare l'insorgenza delle placche fibrotiche ai corpi cavernosi;
- mediamente, un 10-15% dei pazienti affetti dalla malattia di la peyronie non sviluppano la formazione di placche fibrotiche;
- l'incurvamento del pene causato dalla malattia di la peyronie non sempre è incompatibile con la penetrazione e con i rapporti sessuali;
- incurvamenti dorsali inferiori ai 45° e laterali-ventrali inferiori ai 35° circa possono ancora essere compatibili con la penetrazione e non richiedere dunque revisione chirurgica;
- quando l'incurvamento è pronunciato, tale da rendere impossibile l'atto grande sessuale, è necessario ricorrere alla correzione chirurgica del pene, che ha il nome di corporoplastica;
- esistono diversi tipi di corporoplastica, decisi dal chirurgo andrologo in base allo stato clinico effettivo del paziente;
- il medico a cui rivolgersi per la diagnosi e l'eventuale terapia chirurgica per la malattia di la peyronie è il chirurgo andrologo, cioè un medico urologo perfezionato nella chirurgia ricostruttiva genitale
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:
lunedì 06 novembre, 2023
Lo Studio Medico Salus Mea è uno studio professionale medico gestito dalla Dott.ssa Luisella Troyer, Chirurgo Vascolare e Medico Estetico, con oltre trent'anni di esercizio dell'arte medica.
Lo studio si è perfezionato nella Chirurgia Ricostruttiva ed Estetica, nonché nella Senologia, sperimentando nuovi protocolli ricostruttivi per le pazienti oncologiche, che necessitavano di ricostruzione del seno menomato da un necessario intervento di rimozione tumorale.
L'obiettivo dei Chirurghi dello studio è, da sempre, garantire alle pazienti il minor disagio e fastidio possibile nel post-operatorio, e per questo l'attività clinica si è particolarmente perfezionata nella Chirurgia mini-invasiva, che garantisce eccellenti risultati a fronte di un tempo di recupero veramente contenuto.
La Dott.ssa Luisella Troyer è inoltre uno dei primi Medici italiani ad aver riconosciuto l'esistenza del lipedema, la grave patologia genetica che affligge molte donne, adolescenti ed adulte.
I Chirurghi Plastici dello studio sono quindi esperti nella diagnosi e nella terapia chirurgica del lipedema, e nella Liposuzione a Zone Selettive: un tipo di liposuzione LRS (Lipedema Reduction Surgery) particolarmente indicato per asportare grandi quantità di grasso patologico, pur garantendo alla paziente la sicurezza dell'intervento e un tempo di recupero ridotto.
Quotidianamente, nell'ambulatorio di Milano in Via della Moscova 60, i Chirurghi Plastici dello studio Salus Mea eseguono piccoli interventi chirurgici di asportazione delle cisti (sebacee e tendinee), nonché di eradicazione dei tumori della pelle (basaliomi, spinaliomi e melanomi).
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