Chirurgia Plastica Mini Invasiva a Milano
Il varicocele - Cause, sintomi e cura

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Il varicocele

La vena varicosa del testicolo, che può divenire un problema
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Hai notato che su uno dei tuoi testicoli, forse il sinistro, è spuntata come una vena varicosa, ben evidente, che rende il testicolo caldo, arrossato, a volte con un sordo dolore specie quando stai per molto tempo in piedi?

Senti che lo scroto è divenuto molto pesante, e magari stai provando ad avere un figlio con la tua partner, ma questo proprio non arriva?

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Tutta questa sintomatologia potrebbe indicare una tipica patologia maschile nota come varicocele.

Leggi questa pagina per scoprire che cos’è il varicocele, come si diagnostica e come può essere risolto.

Che cos’è il varicocele?

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Il varicocele è un’ectasia, cioè una dilatazione permanente, di una delle vene che formano il così chiamato plesso pampiniform: un fitto reticolo venoso attorno al testicolo, che ha il compito di drenare il sangue refluo dallo stesso e riportarlo verso il cuore.

Questa dilatazione, che è a tutti gli effetti una varice, cioè una vena varicosa, è a sua volta una delle tante manifestazioni sintomatiche di quella che, in Medicina, viene chiamata Insufficienza Venosa Cronica, oppure Malattia Venosa Cronica.

La vena divenuta un varicocele, da diritta e rettilinea, diventa contorta, ingrossata in maniera abnorme, permanentemente deformata nella sua tonaca interna, cioè l’endotelio, che contiene anche le fondamentali valvole a nido di rondine che, se funzionanti, impediscono al sangue di ritornare indietro, e dunque di ristagnare.

Proprio la deformazione dell’endotelio della varice e delle sue valvole interne rende la vena del varicocele rigonfia di sangue ristagnante, che a sua volta dilata e distorce sempre di più la naturale conformazione del vaso, e che spesso può essere visto, nel suo percorso divenuto contorto e ramificato, anche all’esterno dello scroto, sotto l’epidermide.

Il varicocele è una delle patologie squisitamente maschili più comuni al mondo: si stima che ne sia affetto, in forma chiaramente sintomatica o meno, circa un 15-20% della popolazione, specie quella molto giovane, indicativamente dai 12 ai 28 anni d’età.

A livello statistico, per via della particolare anatomia maschile e del plesso pampiniforme stesso, molto più ramificato e complesso nella parte sinistra, il varicocele colpisce quasi sempre proprio il testicolo sinistro: oltre il 90% dei casi noti di varice testicolare sono proprio localizzati nella gonade sinistra.

Qual è la causa esatta del varicocele?

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L’origine esatta della deformazione di una vena testicolare e l’insorgenza dunque del varicocele non sono ancora ben chiari alla Medicina, ma si sospetta, anzi se ne ha quasi la conferma clinica empirica, che la varice del testicolo sia una delle molte manifestazioni della Malattia Venosa Cronica.

Tale condizione, che si presume possa essere genetica, quindi ereditata per via familiare, predispone all’insorgenza di varici, poiché è caratterizzata da una poca elasticità dei vasi, in particolare modo della loro tonaca più interna, scarsa di collagene e dunque più propensa a deformarsi (essendo conseguentemente meno elastica).

Non è un caso che il varicocele si manifesti principalmente nei soggetti molto giovani, a partire dalla pre-adolescenza: proprio durante questa fase, difatti, i tessuti dei genitali vivono la loro crescita e maturazione, e si sospetta che ciò sia un fattore scatenante delle varici testicolari in caso di poca elasticità delle vene.

Premesso ciò, nella valutazione clinica si distinguono due tipi di varicocele: il varicocele idiopatico, molto più comune, e il varicocele secondario.

Il varicocele idiopatico non ha una causa nota d’insorgenza, ma si sospetta che una delle sue probabili cause scatenanti è la compressione della vena renale sinistra, per via di un’eccessiva pressione addominale.

A sua volta la vena renale iper-compressa causerebbe un reflusso sanguigno di ritorno nel plesso pampiniforme, e da qui il varicocele.

Il varicocele secondario, molto più raro, è dovuto invece all’iper-pressione di una massa esterna al circolo venoso testicolare, come ad esempio un carcinoma, che provoca a sua volta elevata compressione del plesso pampiniforme.

A livello statistico, oltre il 95% dei casi noti di varicocele sono di tipo idiopatico.

Consigli Chirurgia Plastica e Medicina Estetica

Ti sei mai chiesto perché i testicoli sono racchiusi nello scroto che non è a diretto contatto con il pavimento pelvico, ma risulta invece separato dallo stesso?

Per permettere l'idonea dispersione termica dei testicoli.

Difatti, la temperatura media del corpo è troppo elevata per i delicati spermatozoi: se i testicoli fossero attaccati alla zona pelvica, tale temperatura li ucciderebbe ancor prima di arrivare alle vescicole seminali.

Questo problema di sensibilità alla temperatura è il motivo per cui il varicocele spesso è la causa primaria dell'infertilità maschile.

Difatti, la vena varicosa che è l'origine del varicocele aumenta la temperatura per il reflusso di sangue refluo al suo interno, e questo ha effetti nefasti sulle cellule germinali dei testicoli, cioè le cellule che materialmente producono gli spermatozoi.

Ecco perché il varicocele è spesso diagnosticato durante le indagini sull'infertilità maschile.

Che sintomi dà il varicocele?

La maggioranza dei casi di varicocele è totalmente asintomatica, e il paziente dunque non sperimenta nessuna sintomatologia apprezzabile, né tantomeno è a conoscenza di essere portatore della varice testicolare.

In tali casi, la diagnosi è spesso effettuata casualmente, quasi sempre durante altro tipo di accertamenti (ad esempio, quello sulla fertilità).

Tuttavia, una minoranza dei casi di varicocele possono portare una sintomatologia, in gran parte topica, ma che può sfociare anche in problemi di infertilità.

Ad esempio, si possono manifestare:

  • Gonfiore del testicolo su cui la varice poggia, che quasi sempre è quello sinistro;
  • Varici testicolari ben evidenti, con la manifestazione di vene gonfie, tortuose, in rilievo poco sotto la pelle dello scroto;
  • Pesantezza testicolare e dolore sordo a livello scrotale, che ha la caratteristica di accentuare dopo una giornata passata in piedi oppure in posizione seduta;
  • Aumento di calore del testicolo;
  • Infertilità

Quest’ultimo sintomo viene scoperto solitamente durante la fase di accertamento dell’infertilità di coppia, poiché circa il 30-40% di tutti i casi di problemi alla procreazione da parte maschile sono per l’appunto dati dal varicocele.

Spesso, proprio il varicocele stesso viene scoperto del tutto casualmente durante i test per la fertilità, a cui il soggetto maschile della coppia si sottopone in caso di mancato concepimento prolungato nel tempo.

Come può essere diagnosticato il varicocele?

Il varicocele può essere diagnosticato mediante una visita urologica o anche angiologica, eseguita da un Medico Andrologo oppure da un Chirurgo Vascolare.

In ambito clinico, già la palpazione del testicolo e l’eventuale presenza ben visibile della varice mette sulla giusta strada diagnostica il Medico, ma la conferma della reale presenza dell’ectasia venosa è effettuata mediante esame EcoColorDoppler.

All’esame ecografico, la varice testicolare appare subito ben evidente, non lasciando più adito a dubbi.

A corredo della diagnosi del varicocele può essere anche utile un esame di spermiogramma, eventualmente per valutare il possibile calo di fertilità dovuto alla presenza della varice.

Come può essere curato il varicocele?

Il varicocele asintomatico non ha bisogno di terapie, e spesso (anzi, nella maggior parte dei casi) esso non è neppure mai diagnosticato nel paziente, che ne ignora per tutta la vita la presenza.

Quello che può e che solitamente deve essere curato è il varicocele sintomatico, che causa dunque fastidi e dolori al paziente, nonché l’eventuale infertilità.

Attualmente, la Medicina moderna non può ancora rigenerare i tessuti venosi malati e dilatati: una volta che l’endotelio delle vene si è danneggiato, e con esso le valvole che impediscono al sangue di tornare indietro, non vi è modo noto di ripristinare la condizione di normalità.

In questo, essendo fondamentalmente una vera e propria varice, il varicocele condivide la stessa problematica delle vene varicose che possono affliggere gli arti inferiori del corpo.

Il varicocele, come dunque anche le varici delle gambe, deve essere risolto per via distruttiva, chiudendo definitivamente la vena malata.

Nel passato, ciò veniva eseguito mediante tecnica dello stripping, cioè della legatura e del successivo ‘strappo’ della varice ormai dilatata.

Era una tecnica senz’altro risolutiva, anche se cruenta, ma che prospettava al paziente una guarigione piuttosto lunga, accompagnata da lividi, edema e dolore post-operatorio.

Attualmente, questa tecnica è caduta in disuso, e si preferisce chiudere la vena malata del varicocele con altre tecniche molto più sopportabili e dalla guarigione rapida, definite mini-invasive.

Tali tecniche, eseguite di norma con un piccolo intervento chirurgico in Day Hospital, possono essere:

  • La chiusura del varicocele mediante terapia sclerosante secondo Tauber;
  • La legatura selettiva sotto-inguinale;
  • La mini-chirurgia in laparoscopia;
  • L’embolizzazione retrograda percutanea

La prima tecnica, che è il procedimento d’elezione attuale e maggiormente utilizzato, prevede una piccolissima incisione dello scroto, eseguita in anestesia locale, con l’esposizione della varice malata.

Nella vena ora ben visibile, viene poi iniettato, per via retrograda, un farmaco chiamato polidocanolo: un derivato dell’alcool che ha la capacità, se iniettato nell’endotelio venoso, di provocare un’immediata reazione chimica infiammatoria, che fa chiudere di colpo la vena (sclerosi).

Una volta totalmente sclerotizzata la vena malata, la piccola ferita scrotale viene suturata e medicata.

Il paziente è dimesso dopo poche ore, e può tornare subito alla vita di tutti i giorni, con una guarigione molto rapida.

Se ben eseguito, questo intervento è risolutivo in oltre il 98% dei casi.

Alternativamente alla terapia sclerosante il Chirurgo può optare, sebbene più raramente, per l’accesso mini-invasivo per via laparoscopica.

Grazie a piccole incisioni dove vengono fatti passare videocamera con luce endoscopica e strumenti operatori, la vena malata viene legata, isolata e sezionata, ottenendo dunque un risultato eguale a quello della scleroterapia.

Anche in questo caso, poiché le incisioni necessarie per far passare luce e ferri operatori sono davvero minuscole, la guarigione è molto rapida, e il paziente può tornare alla vita di tutti i giorni in tempi molto brevi.

Un’altra tecnica mini-invasiva spesso utilizzata, sempre alternativa alla terapia sclerosante o all’accesso laparoscopico, è l’embolizzazione della vena malata mediante l’inoculazione di microscopiche spirali metalliche, che di fatto ‘chiudono’ la vena in maniera permanente.

Queste spirali sono inoculate mediante un piccolissimo sondino che, guidato ai raggi X, viene fatto arrivare al varicocele accedendo dal braccio o dall’inguine.

Anche per questo intervento i tempi di ripresa sono pressoché immediati, e il paziente può tornare subito a casa.

Come quasi sempre accade nella Chirurgia che prevede diverse opzioni di esecuzione, pure per il varicocele non esiste un metodo risolutivo migliore di un altro: è sempre il Chirurgo che sceglie come intervenire, dopo aver valutato la condizione reale del paziente e la sua indicazione clinica.

Qual è il Medico a cui rivolgersi in caso di sospetto varicocele?

La natura stessa della patologia, che è essenzialmente una varice, rende il varicocele argomento di interesse e d’azione sia dell’Urologia, cioè quella parte della Medicina che studia e cura tutte le problematiche dell’apparato uro-genitale, sia della Chirurgia Vascolare, che a sua volta studia e tratta tutte le condizioni del complesso sistema circolatorio umano.

Il Medico a cui ci si può dunque rivolgere per diagnosticare e curare il varicocele è il Medico Urologo oppure il Chirurgo Vascolare: entrambi i Clinici hanno profonda esperienza nella patologia, e sanno anche non solo diagnosticarla ma, eventualmente, intervenire per risolverla.

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Quindi ricorda che...
  • il varicocele è un'ectasia, cioè una dilatazione patologica e permanente, di una vena testicolare del plesso pampiniforme;
  • nella maggior parte dei casi, il varicocele colpisce prevalentemente il testicolo sinistro;
  • il varicocele può essere idiopatico o secondario, ma la prima tipologia è quella predominante, a livello statistico;
  • si presume che il varicocele, una vera e propria varice, sia una delle tante manifestazioni dell'insufficienza venosa cronica;
  • l'insufficienza venosa cronica è molto probabilmente una condizione ereditaria, ed è la stessa che causa le vene varicose delle gambe;
  • non vi sono ancora cause chiare per lo sviluppo del varicocele idiopatico, ma si sospetta che esso sia indotto dall'iper-pressione della vena renale sinistra sul plesso pampiniforme del testicolo;
  • la maggior parte dei casi di varicocele sono asintomatici, e vengono diagnosticati solo accidentalmente, nel corso di altre indagini cliniche;
  • il varicocele, essendo una varice, una volta presentatosi non regredisce spontaneamente;
  • nei casi in cui il varicocele risultasse sintomatico, il paziente può manifestare un sordo dolore testicolare, una pesantezza eccessiva dello scroto, un insolito calore al testicolo e, in una percentuale considerevole di casi, anche infertilità;
  • i varicocele asintomatici non richiedono trattamento di rimozione, mentre quelli sintomatici, specie se pregiudicanti la fertilità, devono essere corretti;
  • la vena malata del varicocele, non essendo possibile una sua rigenerazione, deve essere eliminata o chiusa;
  • non c'è pericolo di eliminare una vena malata del testicolo: il circolo venoso del plesso pampiniforme è estremamente fitto, e può riorganizzarsi in breve tempo;
  • le tecniche moderne per la rimozione del varicocele sono tutte mini-invasive, e non prevedono degenza e tempi lunghi di ripresa;
  • il medico adatto per diagnosticare e risolvere il varicocele è il chirurgo urologo, oppure il chirurgo vascolare
Chirurgo Plastico a Milano

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dalla Dott.ssa Luisella Troyer il giorno:

lunedì 06 novembre, 2023

Lo Studio Medico Salus Mea è uno studio professionale medico gestito dalla Dott.ssa Luisella Troyer, Chirurgo Vascolare e Medico Estetico, con oltre trent'anni di esercizio dell'arte medica.

Lo studio si è perfezionato nella Chirurgia Ricostruttiva ed Estetica, nonché nella Senologia, sperimentando nuovi protocolli ricostruttivi per le pazienti oncologiche, che necessitavano di ricostruzione del seno menomato da un necessario intervento di rimozione tumorale.

L'obiettivo dei Chirurghi dello studio è, da sempre, garantire alle pazienti il minor disagio e fastidio possibile nel post-operatorio, e per questo l'attività clinica si è particolarmente perfezionata nella Chirurgia mini-invasiva, che garantisce eccellenti risultati a fronte di un tempo di recupero veramente contenuto.

La Dott.ssa Luisella Troyer è inoltre uno dei primi Medici italiani ad aver riconosciuto l'esistenza del lipedema, la grave patologia genetica che affligge molte donne, adolescenti ed adulte.

I Chirurghi Plastici dello studio sono quindi esperti nella diagnosi e nella terapia chirurgica del lipedema, e nella Liposuzione a Zone Selettive: un tipo di liposuzione LRS (Lipedema Reduction Surgery) particolarmente indicato per asportare grandi quantità di grasso patologico, pur garantendo alla paziente la sicurezza dell'intervento e un tempo di recupero ridotto.

Quotidianamente, nell'ambulatorio di Milano in Via della Moscova 60, i Chirurghi Plastici dello studio Salus Mea eseguono piccoli interventi chirurgici di asportazione delle cisti (sebacee e tendinee), nonché di eradicazione dei tumori della pelle (basaliomi, spinaliomi e melanomi).

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