Chirurgia Plastica Mini Invasiva a Milano
La pericapsulite, o contrattura della capsula del seno

Chirurgia Plastica Mini Invasiva a Milano

La contrazione della capsula al seno

La pericapsulite dopo una mastoplastica additiva: quando accade?
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La pericapsulite, o contrazione della capsula al seno

sei una donna che ha effettuato una mastoplastica additiva con inserimento delle protesi, e stai sperimentando problemi nel post intervento, come dolore, sensazione di seno duro e contratto e fastidio generale al petto?

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la contrattura capsulare è una delle complicanze e dell'intervento di mastoplastica additiva.

sebbene grazie ai protocolli moderni chirurgici sia ormai un evento decisamente raro, è comunque possibile.

leggi questa pagina per scoprire che cos'è la contrazione della capsula al seno, e quello che puoi fare per stare meglio.

La capsula di periprotesica: la protezione naturale del corpo

La pericapsulite, o contrazione della capsula al seno

in blu la capsula periprotesica, sia nell'inserimento sotto-ghiandolare che in dual-plane

subito dopo l'inserimento di una protesi in silicone per l'aumento del seno, il corpo della donna attiva dei processi metabolici atti a proteggere il fisico da quello che l'organismo stesso considera un vero e proprio corpo estraneo.

durante la guarigione, il corpo crea una vera e propria barriera attorno alla protesi, formata da tessuto fibrotico.

il tessuto fibrotico, a un'analisi più approfondita, appare di un colore biancastro, abbastanza lucido, ed è composto essenzialmente da collagene prodotto da cellule del tessuto connettivo chiamate fibroblasti.

questa pellicola, che circonda completamente la protesi, e chiamata in gergo medico capsula periprotesica, oppure semplicemente protezione capsulare.

lo scopo fondamentale della capsula periprotesica è quello di isolare la protesi in silicone, percepita dall'organismo come un oggetto estraneo e quindi potenzialmente pericoloso, dei vasi e dai tessuti.

la capsula periprotesica e quindi una risposta naturale del corpo della donna all'inserimento delle protesi in silicone per l'aumento del seno, e non è quindi un problema in sé.

anzi: la pellicola fibrotica che circonda la protesi aiuta alla stabilizzazione della stessa, poiché risulta un vero e proprio ancoraggio molto solido alle pareti muscolari oppure alla ghiandola mammaria, in grado di durare per anni.

tutte le donne operate di mastoplastica additiva con l'inserimento di una protesi in silicone, anche se moderna, sviluppano durante la guarigione la formazione di una capsula periprotesica.

attualmente, circa il 98-97% delle pazienti operate di mastoplastica additiva non ha alcun tipo di problema da questa formazione capsulare, che non viene neanche percepita, né alla vista né al tatto.

solo una piccola percentuale delle pazienti operati, si stima circa un 2-3%, va incontro a una complicazione nota come contrattura capsulare.

Che cos'è la contrattura capsulare?

La pericapsulite, o contrazione della capsula al seno

quando la capsula periprotesica s'infiamma (in rosso nella figura), aumenta di volume e stringe la protesi, dando origine al dolore

la contrattura capsulare, in Medicina, è una complicanza dell'intervento di mastoplastica additiva.

tale complicanza è data da una guarigione potremmo dire eccessiva dell'intervento chirurgico.

difatti, la contrattura capsulare si sviluppa essenzialmente per un eccesso di risposta immunitaria al naturale processo infiammatorio che, alla lunga, produce la pellicola pericapsulare.

in questo caso, la pellicola che il corpo produce è formata da tessuto fibrotico connettivale, risulta più dura, più spessa e più comprimente rispetto alla norma.

questa capsula anomala, comprime troppo la protesi stessa, causando problemi sia funzionali che estetici alla donna.

Quali sono i sintomi di una contrattura capsulare?

il sintomo immediatamente evidente di una capsula troppo contratta è la sensazione di un seno eccessivamente duro, quasi fibrotico.

tale durezza del seno è percepibile sia alla palpazione che durante i normali movimenti della paziente.

alla durezza eccessiva del seno può aggiungersi una modifica del posizionamento della protesi, che generalmente tende a essere spinta verso l'alto, e in casi non rari anche dolore, sia al tatto che durante i movimenti.

a volte, il dolore è percepito talmente eccessivo da arrivare a inibire alcuni movimenti della paziente, come ad esempio l'elevazione totale delle braccia.

C'è uno stato di gravità della contrattura capsulare?

sì, la contrattura pericapsulare può essere valutata secondo quella che è nota come la classificazione di Baker, che a sua volta distingue quattro gradi di severità:

1 - Primo grado

Nessuna presenza di contrattura della capsula, né alla vista e né alla palpazione.

Il seno si presenta morbido, ben palpabile, non è presente nessun dolore nella paziente;

2 - Secondo grado

La contrattura è appena percepibile alla palpazione.

Il seno si presenta ancora morbido ma meno soffice del dovuto.

È una situazione è considerata ancora non patologica, in cui molte donne si ritrovano e a cui non fanno caso;

3 - Terzo grado

La contrattura della capsula è chiaramente visibile, non che ben presente alla palpazione.

Il bordo del seno diviene duro e fibrotico, con un'apparenza che comincia essere innaturale.

In qualche caso c'è un leggero spostamento della protesi (la cosiddetta dislocazione protesica), mentre il dolore può essere presente oppure no;

4 - Quarto grado

Il seno è estremamente duro al tatto e l'aspetto è completamente innaturale, con una decisa dislocazione protesica, nella maggior parte dei casi verso l'alto.

La paziente ha solitamente molto dolore alla palpazione e anche durante i movimenti, mentre il bordo del seno si presenta dismorfico e innaturale, anch'esso eccessivamente fibrotico.

Questo grado è ormai molto raro negli interventi moderni di mastoplastica additiva, ma era abbastanza comune qualche decennio fa, quando si utilizzavano protesi di scarsa qualità e una sterilizzazione non perfetta degli strumenti operatoria, nonché una profilassi praticamente assente.

La contrattura capsulare è sempre bilaterale?

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il dolore al tatto e alla palpazione è uno dei sintomi della contrattura capsulare

no, la contrattura capsulare può manifestarsi anche in una sola mammella.

anzi, statisticamente, i casi di contrattura capsulare monolaterale sembrerebbero essere più numerosi dei casi di contrattura capsulare bilaterale.

questo vuol dire che una mammella può presentare i sintomi, sia visivi che funzionali di una contrattura capsulare, mentre l'altra mammella invece può dimostrarsi completamente sana.

Come si presenta visivamente un seno contratto da una pericapsulite?

la contrattura della capsula della protesi ha delle caratteristiche visive abbastanza riconoscibili dal Chirurgo Plastico specializzato.

tali caratteristiche sono:

  • Una delle tue mammelle, quella affetta da contrattura della capsula, sembra essere a simmetrica rispetto all'altra, posizionandosi solitamente in posizione più alta;
  • La forma tonda del seno sembra schiacciarsi, diventando quasi ovale;
  • Il seno al tatto sembra molto più duro e risulta molto più sensibile alla palpazione;
  • La parte inferiore della ghiandola mammaria della mammella affetta da contrattura della capsula risulta più svuotata, quasi più floscia e lassa rispetto alla mammella sana;

il dolore nella paziente può essere presente o non presente, più o meno acuto e non è comunque il solo sintomo che il Chirurgo Plastico deve valutare nella diagnosi di contrattura capsulare.

Quanto è frequente la contrattura capsulare dopo un intervento di mastoplastica additiva?

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con i nuovi protocolli chirurgici, con la sterilizzazione perfetta dei ferri operatori, con il bagno delle protesi in soluzione antibiotica, con le nuove protesi moderne, con superficie nano-testurizzata, con l'applicazione dei drenaggi post intervento e con l'immediata profilassi antibiotica, la contrattura capsulare in un moderno intervento di mastoplastica additiva è un evento decisamente raro.

la percentuale statistica del resto parla chiaro: solo il 2-3% delle pazienti che hanno effettuato una mastoplastica additiva con innesto di protesi sviluppa poi problemi di contrattura capsulare.

il 2-3% di rischio, in Chirurgia, è una percentuale veramente bassa.

basti pensare, confronto, che fino agli anni '80 il rischio di contrattura capsulare con le allora tecniche e metodologie chirurgiche arrivava anche sino al 40%.

già questo confronto basta a dimostrare come l'intervento di mastoplastica additiva effettuato ai giorni nostri sia veramente sicuro, il rischio di contrattura capsulare sia, benché presente, minimo.

Quali sono le cause della contrattura capsulare?

La pericapsulite, o contrazione della capsula al seno

se una protesi lacerata non viene presto sostituita, può scatenare una pericapsulite

il fenomeno della pericapsulite è forse il principale effetto con laterale dell'intervento di mastoplastica additiva.

come detto in precedenza, tale rischio ormai è minimo, però la paziente deve essere sempre al corrente che e necessario mettere in atto tutte le operazioni profilattiche per evitare una contrattura della capsula.

anche con ciò, a volte la pericapsulite è un evento imponderabile a priori.

le cause principali di ciò possono essere riassunte in:

eccessiva cicatrizzazione della paziente, dovuta a metabolismo congenito (forse, la causa primaria di tutte le contrazioni capsulare);

una non corretta sterilizzazione dei ferri chirurgici;

l'uso di protesi con superficie liscia, e non testurizzata;

la formazione di un ematoma e non opportunamente drenato attorno alla protesi, che i tessuti non riescono ad assorbire in un tempo adeguato, e che può dare luogo ad un processo infiammatorio lungo, che aumenta il rischio di iper produzione di tessuto fibrotico e di collagene;

una protesi di dimensione sbagliata, troppo grande o troppo piccola, innestata in una tasca non ben formata dal chirurgo;

la gravidanza e l'allattamento, con la modifica della dimensione e del posizionamento della ghiandola mammaria, che a sua volta può modificare la posizione della protesi sottoghiandolare;

la rottura di una protesi non tempestivamente risolta con un intervento di revisione, che a lungo andare può causare una perdita di gel siliconico (il cosiddetto silicon bleeding), con infiammazione dei tessuti circostanti la protesi;

un'infezione post operatoria, dall'origine variabile ma quasi sempre dovuta a una procedura di asepsi e di sterilizzazione non idonea.

La mastoplastica additiva moderna, grazie ai rigorosi protocolli antisettici (il bagno in soluzione antibiotica delle protesi, la cura antibiotica di profilassi, il drenaggio post-intervento, ecc.) ha ridotto al minimo storico le probabilità di una pericapsulite, che si assestano attorno al 2-3% dei casi clinici.

Una percentuale davvero bassissima, che rende la mastoplastica additiva uno degli interventi estetici più sicuri in assoluto.

Come viene diagnosticata una contrattura capsulare?

La pericapsulite, o contrazione della capsula al seno

l'esame ecografico è di fondamentale importanza nella diagnosi certa dello stato delle protesi al seno

la diagnosi di una perì capsulite è essenzialmente clinica, quindi vuol dire che la necessaria visita specialistica dal Chirurgo Plastico è sempre obbligatorio.

già durante la visita, magari con l'aiuto di una rigorosa anamnesi, il Chirurgo mediante specifici movimenti di palpazione e di tatto è già in grado di diagnosticare con una buona dose di ragionevolezza la contrattura della protesi.

alla visita clinica è quasi sempre obbligatorio associare un'ecografia mammaria, che andrebbe fatta sempre per diagnosticare con certezza la presenza di iper tessuto fibrotico, per confermare oppure per escludere una rottura della protesi e l'eventuale infiammazione che essa ha causato.

l'ecografia mammaria è, assieme alla visita clinica, necessaria e sufficiente per stabilire nella quasi totalità dei casi una contrattura della capsula, ma a volte il Chirurgo Plastico potrebbe anche prescrivere una risonanza magnetica nucleare della mammella, specie se sospetta una perdita di sostanza siliconica dalla capsula.

Ma la contrattura capsulare entro quanto può manifestarsi dopo l'intervento di mastoplastica additiva?

la comparsa della contrattura capsulare non è prevedibile a priori.

vi sono casi di contrattura capsulare iniziati subito dopo l'intervento, addirittura dopo un mese dallo stesso, e vi sono invece casi di contratture palesati dopo molti anni dall'operazione di inserimento delle protesi.

questa non prevedibilità dell'inizio della contrattura capsulare rende dunque importanti e necessari i controlli periodici che ogni paziente operata di mastoplastica additiva dovrebbe effettuare con costanza, seguiti da altrettanto costanti ecografie alla mammella.

Casi di basso grado di pericapsulite, cioè un'infiammazione iniziale della capsula periprotesica, possono essere brillantemente risolti senza l'accesso chirurgico, ricorrendo a cura antibiotica e antinfiammatoria e dedicati massaggi specifici.

Ecco perché è importante rivolgersi quanto prima al Chirurgo Plastico appena si avvertono i primi sintomi: più la terapia è precoce, più probabilità ha di ottenere successo, e risparmiare alla paziente l'intervento di revisione.

Cosa si può fare per impedire, oppure minimizzare, il rischio di una contrattura capsulare?

La pericapsulite, o contrazione della capsula al seno

l'uso di protesi a superficie nanotesturizzata riduce drasticamente il rischio di pericapsulite

come ribadito poco in alto, statisticamente il rischio di contrattura capsulare nell'intervento moderno di mastoplastica additiva è davvero basso.

questo vuol dire che solo un numero ristretto di donne operate per l'aumento del seno svilupperà poi in futuro una pericapsulite.

premesso ciò, i moderni protocolli medici e chirurgici possono fare davvero tanto, se non per impedire, almeno minimizzare al massimo il rischio di una contrattura capsulare.

tra quello che si può fare per ottenere questo risultato possiamo citare:

eseguire una tecnica di impianto idonea per la paziente, valutando bene la sua particolare anatomia;

scegliere protesi in silicone di giusta forma, di giusto volume adeguati alla paziente, non troppo grandi ma neanche non troppo piccola;

utilizzare protesi moderne con superficie testurizzata (meglio se nano testurizzata), che la statistica ha dimostrato essere le protesi con minor percentuale di contrattura capsulare, poiché non scatenanti nel metabolismo un iper produzione di collagene e tessuto fibrotico;

evitare di fumare nelle settimane successive all'intervento, con l'auspicabile prescrizione di smettere del tutto di fumare;

utilizzare durante l'intervento ferri chirurgici perfettamente sterili, in un ambiente igienizzato e in regola con ogni imposizione sanitaria;

utilizzare una soluzione antibiotica specifica per lavare le protesi prima dell'impianto;

posizionare gli opportuni drenaggi, se necessari, per evitare la formazione di edemi;

ricorrere subito ai messaggi protesici e all'opportuna cura antinfiammatoria e antibiotica ai primi sintomi di contrattura della capsula.

tutte queste operazioni, negli ultimi decenni, hanno permesso di passare dal 40% di rischio di contrattura della capsula solo il 2-3%.

un risultato eccezionale, che rende intervento di mastoplastica additiva uno dei più sicuri in generale di tutta la Chirurgia, e non solo quella estetica.

Qual è la terapia per la contrattura capsulare?

la terapia corretta per la contrattura capsulare varia molto in base al grado della stessa.

contratture capsulari fino al terzo grado di severità possono essere brillantemente risolte con l'uso di un'opportuna terapia antinfiammatoria e il ricorso a specifici massaggi, effettuati da fisioterapisti esperti.

spesso e volentieri, un'adeguata terapia antinfiammatoria e una serie di massaggi ben eseguiti può risolvere la contrattura della capsula ma, ovviamente (è bene ripeterlo), solo nei casi di grado moderato.

quando invece il dolore per la paziente e la deformazione del seno sono importanti, l'unico intervento veramente efficace per trattare la contrattura capsulare è l'accesso chirurgico.

tale intervento prevede la necessaria sostituzione delle protesi e la revisione chirurgica della capsula.

la revisione può essere parziale, con un'incisione della capsula stessa (la capsulotomia), oppure più radicale con l'asportazione totale della capsula ipertrofica (la capsulectomia).

con la capsulotomia la vecchia capsula non viene rimossa ma viene semplicemente allargata, di modo che possa contenere nuove protesi senza più l'iper pressione che esercitava su quelle vecchie.

con la capsulectomia invece, si forza il corpo a produrre una nuova capsula, che andrà da svolgere le nuove protesi.

la scelta dell'uno l'altro intervento è decisa ovviamente dal Chirurgo Plastico, che deve anche accordarla non solo alla reale condizione della paziente, ma anche alle nuove protesi che intenderà impiantare.

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Quindi ricorda che...
  • la capsula periprotesica è una naturale protezione che il corpo crea attorno alle protesi siliconiche dopo un intervento di mastoplastica additiva;
  • in condizioni di normalità, la capsula periprotesica protegge la protesi e permette ad essa di rimanere intatta nel corpo per molti anni;
  • la costruzione della capsula periprotesica parte subito dopo il suo inserimento nel corpo della donna;
  • la capsula periprotesica è composta principalmente da collagene indurito in un tessuto fibrotico;
  • quando la capsula periprotesica si infiamma, si parla di capsulite;
  • l'infiammazione della capsula periprotesica può cronicizzare, rendendo il tessuto fibrotico più duro e più spesso;
  • se la capsula periprotesica si restringe per via dell'aumento del tessuto fibrotico che la compone, si può andare incontro ad un'infiammazione cronica e, spesso, dolorosa;
  • esistono vari livelli di capsulite, dal più lieve al più grave;
  • capsuliti di lieve entità possono essere risolte grazie alla cura antibiotica e a speciali massaggi;
  • capsuliti croniche che hanno deformato il seno devono essere revisionate chirurgicamente;
  • l'intervento chirurgico terapeutico per la capsulite può prevedere una sua incisione o una sua asportazione totale;
  • grazie alle protesi di nuova generazione nano-testurizzate e ai moderni protocolli antibiotici, la capsulite post-intervento di mastoplastica è un evento decisamente raro
Chirurgo Vascolare Proctologo a Milano Dott.ssa Luisella Troyer

Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Alberto Gallucci il giorno:

lunedì 06 novembre, 2023

Il Dott. Alberto Gallucci è un Chirurgo Plastico, specialista in Chirurgia Generale.

Nel corso del suo trentennale esercizio della professione medica, il Dottore si è perfezionato della Chirurgia Ricostruttiva e nella Senologia, sperimentando nuovi protocolli ricostruttivi per le pazienti oncologiche, che necessitavano di ricostruzione del seno menomato da un necessario intervento di rimozione tumorale.

In oltre venticinque anni di Chirurgia Plastica e Generale, il Dottore ha accumulato oltre 20.000 ore di sala operatoria, spesso in interventi molto complessi di ricostruzione senologica.

L'obiettivo del Dottore è, da sempre, garantire alle pazienti il minor disturbo e fastidio possibile nel post-operatorio, e per questo si è particolarmente dedicato alla Chirurgia mini-invasiva, che garantisce eccellenti risultati a fronte di un tempo di recupero veramente contenuto.

Negli ultimi anni d'attività, il Dottore si è particolarmente perfezionato nella diagnosi e nella terapia chirurgica del lipedema, e nella Liposuzione a Zone Selettive: un tipo di liposuzione LRS (Lipedema Reduction Surgery) particolarmente indicato per asportare grandi quantità di grasso patologico, pur garantendo alla paziente la sicurezza dell'intervento e un tempo di recupero ridotto.

Quotidianamente, nel suo ambulatorio di Milano, il Dottore esegue piccoli interventi chirurgici di asportazione delle cisti (sebacee e tendinee), nonché di eradicazione dei tumori della pelle (basaliomi, spinaliomi e melanomi).

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